
Da qualche mese l’industria della carta è in subbuglio. Non è la sola, certo. Negli ultimi due anni la pandemia e ora il conflitto in Ucraina hanno messo a dura prova le catene di approvvigionamento di materie prime e risorse in quasi ogni settore, portando sotto gli occhi di tutti la fragilità di un sistema globale fatto di complessi meccanismi e fitte e spesso imprevedibili interrelazioni. “Bisogna però fare attenzione ad usare il termine crisi”. Per Massimo Medugno, direttore di Assocarta, la categoria di crisi, con cui ormai si tende ad etichettare qualsiasi situazione un po’ caotica in campo economico, non è in questo caso appropriata, visto che il mercato della carta è tutt’altro che fermo. “Possiamo parlare piuttosto di una situazione di tensione, che comunque non è partita adesso – precisa a Materia Rinnovabile – Già nel giugno 2021 noi di Assocarta avevamo cominciato a dirlo, preoccupati per la situazione tesa dei mercati delle materie prime e dell’energia; a novembre e dicembre la situazione si è poi acuita”.
Tuttavia, per il mercato della carta in generale, il momento si può dire addirittura positivo: assorbito lo shock dei lockdown nel 2020, il 2021 è stato infatti un anno di ripresa per tutto il comparto. Per quanto riguarda in particolare l’Italia, spiega Medugno, “abbiamo ripreso le quantità perse nel 2020 e il settore dell’imballaggio si è dimostrato trainante. Tanto che siamo diventati il secondo produttore europeo di carta, subito dietro la Germania, guadagnando una posizione rispetto all’anno precedente”.